Milano, 8 aprile 2025 -“ Ieri si è tenuta in Provincia una riunione per la presentazione del documento relativo alla Nuova Cremasca, il Docfab. Desidero ringraziare la Provincia, in particolare il consigliere delegato alle Grandi Opere, Francesco Micheli, sindaco di Villongo, per aver voluto con forza questo progetto e promosso l’incontro. Tuttavia, sono rimasto profondamente deluso da quanto emerso, ovvero l’assenza di una linea politica chiara e, soprattutto, di un metodo condiviso. Ho chiesto espressamente che la Provincia si assuma il ruolo che le compete: fare sintesi tra le esigenze dei territori e stabilire un ordine di priorità. Le opere richieste oggi cubano miliardi di euro, mentre le risorse disponibili saranno limitate. Si parla di poche decine di milioni. È quindi necessario decidere cosa viene prima e non illudere i territori che tutto sia realizzabile”. Lo dichiara il consigliere regionale della Lega Giovanni Malanchini, in merito alla riunione che si è tenuta ieri in via Tasso.
“Per me è chiaro: la Nuova Cremasca è l’opera prioritaria. Mi ha deluso constatare che la Provincia continua a portare ai tavoli regionali e nazionali un pacchetto indistinto di richieste, senza alcuna gerarchia e senza indicare una linea politica precisa. Così si illudono i sindaci e si rinuncia a guidare il processo decisionale. La politica – dice Malanchini -, soprattutto quella territoriale, deve decidere. Non può continuare a delegare tutto ai livelli superiori. Abbiamo chiesto autonomia, ora dobbiamo esercitarla. La Provincia deve avere il coraggio di fare scelte, assumersi responsabilità, non limitarsi a mettere tutto nel calderone e sperare che qualcun altro decida”.
“Infine voglio porre l’attenzione su un tema più ampio: la Bassa Bergamasca, in particolare quella orientale, è in ritardo su tutto – formazione professionale, trasporto pubblico, edilizia abitativa, infrastrutture. Troppo spesso le scelte politiche seguono una visione Bergamo-centrica, e io, sinceramente, non mi fido più di questo approccio, non mi fido dei “patti per Bergamo”, di “Stati generali per Bergamo” perché per chi si siede a questi tavoli Bergamo significa solo il capoluogo. Serve un cambio di passo e chi è stato votato – conclude il consigliere – sarebbe opportuno che iniziasse a fare ciò che dovrebbe, ovvero decidere”.